Scroll Top

Tiroide e aborti ricorrenti

Le disfunzioni della tiroide, che conducono ad un’alterazione dei livelli di ormoni tiroidei circolanti, possono manifestarsi come:

  1. Ipotiroidismo
  2. Ipertiroidismo

Le patologie autoimmuni della tiroide sono la causa di ipotiroidismo maggiormente prevalente nelle donne in età riproduttiva: elevati livelli di autoanticorpi tiroidei, quali gli anticorpi anti-perossidasi tiroidea e gli anticorpi anti-tireoglobulina inducono un’infiammazione cronica della ghiandola tiroidea, che favorisce la perdita di tessuto funzionale.

L’ipotiroidismo può essere:

  • conclamato quando le concentrazioni di TSH sono al di sopra del proprio intervallo di riferimento e i livelli di FT4 al di sotto dello stesso;
  • subclinico quando le concentrazioni di TSH sono al di sopra dell’intervallo di riferimento mentre i livelli di FT4 si trovano all’interno di tale intervallo.

Gli ormoni della tiroide inducono i loro effetti praticamente su tutte le cellule nucleate del corpo umano, generalmente aumentando la loro funzione e il loro metabolismo.

Tra le varie funzioni, la tiroide agisce anche sul:

  1. Sistema cardiocircolatorio. Gli ormoni della tiroide aumentano la forza e la velocità di contrazione e diminuiscono la resistenza vascolare periferica;
  2. Sistema nervoso. Gli ormoni della tiroide stimolano il sistema nervoso, risultando aumentato lo stato di allerta e responsività agli stimoli esterni.
  3. Sistema riproduttivo. Gli ormoni della tiroide influiscono sulla normale funzione riproduttiva sia negli uomini che nelle donne, regolando il ciclo ovulatorio e la spermatogenesi.

Esiste un chiaro legame tra la ghiandola tiroidea, i suoi ormoni e il sistema riproduttivo femminile. I recettori degli ormoni tiroidei sono espressi nelle ovaie e nell’endometrio; inoltre, in seguito alla fecondazione dell’ovulo, gli ormoni della tiroide svolgono un ruolo nel processo di impianto e nella formazione della placenta. Gli ormoni della tiroide sono presenti nella circolazione fetale sin dall’inizio della gravidanza, svolgendo effetti molto importanti a livello di sviluppo, metabolismo e maturazione del feto.

Durante la gravidanza è importante valutare la funzionalità della tiroide per evidenziare eventuali anomalie patologiche; infatti, in questa fase, la ghiandola tiroidea aumenta di dimensioni e la produzione degli ormoni tiroidei aumenta di circa il 50%, insieme all’aumento della richiesta di iodio. Queste variazioni fisiologiche avvengono anche nelle donne sane, tuttavia in alcune donne possono manifestarsi disfunzioni della tiroide, a causa di processi patologici e fino al 18% di tutte le donne in gravidanza risultano positive agli anticorpi anti-tiroide manifestando un segno distintivo di patologia tiroidea autoimmune. Gli autoanticorpi contro le cellule tiroidee svolgono un ruolo importante nella distruzione autoimmune dei tireociti.

Uno studio danese del 2015 ha concluso che più elevati sono i livelli di TSH, minore è il numero di bambini nati e minore è il numero di gravidanze. Inoltre, maggiori sono i livelli di autoanticorpi anti-tiroide, minore è il numero di bambini nati. L’ipotiroidismo subclinico è anche associato a una maggiore età a cui avere il primo figlio e al rischio di non avere figli e non restare gravide.

Le donne con una combinazione di ipotiroidismo subclinico e autoimmunità tiroidea hanno un rischio maggiore di abortività prima della ventesima settimana di gestazione.

La presenza di un’autoimmunità tiroidea è in grado di avere un impatto negativo sulla qualità degli embrioni in donne che si sottopongono a tecniche di fecondazione assistita, anche quando la funzionalità tiroidea è normale.

Quando si eseguono trattamenti per la fertilità è importante valutare sia la positività, sia i livelli agli autoanticorpi.

Donne con ipotiroidismo subclinico, che si sottopongono a tecniche di fecondazione in vitro o all’iniezione intracitoplasmatica di sperma (ICSI), dovrebbero essere attentamente valutate e pretrattate da un esperto endocrinologo-ginecologo prima dell’inseminazione artificiale.

Nelle donne in gravidanza, che presentano un ipotiroidismo, i livelli dei parametri funzionali tiroidei dovrebbero essere controllati ogni 4-6 settimane durante il primo trimestre e almeno una volta nei trimestri successivi al fine di monitorare tempestivamente gli eventuali aggiustamenti della terapia sostitutiva intrapresa.

La deficienza di iodio, durante la gravidanza e l’allattamento, causa anomalie dello sviluppo neuronale fetale e neonatale e, anche, casi severi di morte fetale.

Tuttavia, il legame tra assunzione di iodio e presenza di anticorpi anti-tiroide circolanti è complesso: una carente assunzione di iodio può favorire l’insorgenza di gozzi nodulari con la presenza di autoanticorpi anti-tiroide.

La tireopatia autoimmune è una patologia ad alta prevalenza, soprattutto nelle donne, potendo essere causa di difficoltà di concepimento o poliabortività. Risulta importante, in caso di problemi di fertilità, consultare un pluri-specialista endocrinologo-ginecologo al fine di garantire una tempestiva diagnosi ed una specifica, adeguata terapia.

Post Correlati