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Il cancro della tiroide nelle giovani donne:
come preservare la fertilità dopo radioterapia

Il cancro della tiroide è uno dei carcinomi più comuni diagnosticati in età adolescenziale e nei giovani adulti, con un’incidenza in rapido aumento negli ultimi decenni. La chirurgia è il trattamento standard per i pazienti con carcinoma tiroideo differenziato seguita dal trattamento con iodio radioattivo.

È stato appena pubblicato, su una importante rivista scientifica del settore, uno studio di un gruppo di ricercatori olandesi il cui scopo era valutare i possibili effetti della terapia con iodio radioattivo sulla funzione ovarica e sulla fertilità nelle donne.
Una delle preoccupazioni degli attuali protocolli è l’uso diffuso della terapia con iodio radioattivo per il trattamento post-chirurgico del carcinoma tiroideo differenziato ed i suoi possibili effetti sulla funzione riproduttiva e sulla fertilità nella popolazione giovane adulta. C’è una crescente consapevolezza che la fertilità, temporaneamente o permanentemente compromessa a causa del trattamento del cancro, può avere un impatto importante sulla qualità della vita delle giovani donne. Molte donne sopravvissute al cancro desiderano avere figli in futuro e preferiscono che il loro medico analizzi i problemi della fertilità in modo proattivo.

L’analisi retrospettiva degli studi eseguiti dopo il 2011 ha riassunto le prove attuali sui rischi per la fertilità nelle giovani donne sopravvissute al cancro della tiroide e trattate con iodio radioattivo, con l’obiettivo di consentire ai medici specialisti endocrinologi-ginecologi di consigliare al meglio queste donne sui possibili rischi ed offrire loro le potenziali indicazioni per preservare la fertilità.
La maggior parte degli studi valutati hanno mostrato un quadro clinico con irregolarità mestruali presenti nel primo anno fino al 31% dei casi, dopo il trattamento con iodio radioattivo; mentre, una percentuale variabile fino al 16% delle donne hanno manifestato nel primo anno, invece, una completa assenza delle mestruazioni dopo la terapia con iodio radioattivo. Altresì, le stesse pazienti che hanno ricevuto il trattamento con radioiodio hanno presentato la menopausa ad un’età leggermente più giovane rispetto alle donne che non hanno ricevuto tale trattamento. Pertanto, tali studi indicano che la terapia con iodio radioattivo per il carcinoma tiroideo differenziato può essere associata ad una possibile diminuzione a lungo termine dei tassi di gravidanza e ad una più precoce comparsa della menopausa. Nel primo anno, infatti, subito dopo il trattamento con radioiodio, molte donne presentano irregolarità nel loro ciclo mestruale rilevandosi una diminuzione della fertilità. Risulta opportuno, quindi, come affermato dai ricercatori, per le donne con un forte desiderio di maternità negli ultimi anni riproduttivi, ricevere una efficace e specifica consulenza sugli effetti del trattamento terapeutico per il cancro tiroideo.

Pertanto, appare indiscutibile e manifestamente evidente che è necessario un counselling multi-specialistico per la fertilità in queste donne, sugli effetti della terapia con radioiodio, consigliando ovviamente una consulenza multidisciplinare di un endocrinologo-ginecologo alla luce delle nuove evidenze scientifiche attuali.

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