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Alcool e fertilità femminile

Le cause della riduzione della fertilità femminile sono varie ed una analisi in grado di discriminarle richiede studi particolarmente accurati. L’incremento riscontrato di atteggiamenti sociali che inducono all’eccesso di consumo di alcool, anche non sistematico, ha stimolato gli studi tesi a individuare una relazione tra il consumo di alcool e fertilità. Mentre le analisi statistiche hanno evidenziato una correlazione significativa tra il consumo di alcool e l’infertilità maschile, gli studi relativi all’infertilità femminile sono meno frequenti.

Il fatto che il metabolismo della donna sia meno efficace nello smaltimento dell’alcool implica, a parità di consumo, un tasso alcolemico più elevato rispetto a quello degli uomini. Tale condizione comporta una maggiore interferenza con il corretto funzionamento delle ghiandole endocrine (ipotalamo, ipofisi, ovaie) che regolano il ciclo mestruale e tutto l’apparato riproduttivo, dall’ovulazione al concepimento. In particolare, l’alcool interferisce sull’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi responsabile della produzione degli ormoni FSH e LH responsabili della formazione di follicoli ovarici e del corpo luteo, nonché della produzione di progesterone ed estradiolo essenziali nella preparazione dell’utero all’accoglimento dell’embrione. Gli effetti negativi del consumo di alcool possono essere enfatizzati dall’uso di contraccettivi che rallentando il metabolismo dell’alcool innescando un processo peggiorativo. Gli effetti del consumo ricorrente di alcolici da parte della donna sono quindi ascrivibili ad alterazioni delle concentrazioni ormonali che possono causare amenorrea, anovulazione, alterazione nella formazione dei follicoli con ridotta riserva ovarica, scarsa fertilità, tendenza all’aborto spontaneo e, in taluni casi, anche menopausa anticipata. Queste osservazioni potrebbero essere ancora più importanti e rilevanti nel caso in cui si volesse affrontare un percorso di fecondazione assistita. Tuttavia, le dosi di riferimento che comportano effetti rilevabili non sono definibili a priori, dipendono anche dalla costituzione del singolo individuo e dal suo stile di vita quali contemporaneo uso di tabacco, stupefacenti, farmaci ecc.

Un altro aspetto da considerare riguardo agli effetti dell’alcool è l’età della donna: mentre nell’adolescenza sono state osservate modificazioni morfologiche cerebrali e alterazioni del ciclo mestruale, tra i 25 e i 44 anni si verificano effetti della sfera ormonale e riproduttiva. Gli studi eseguiti per individuare una relazione tra consumo di alcool e l’infertilità femminile evidenziano un incremento del rischio di infertilità tra coloro che ne fanno un consumo elevato rispetto a quelle con consumo moderato (l’incremento di rischio è stimato di circa il 50%). Invece, il rischio diminuisce per le donne che presentano un consumo minimo o assente (il rischio diminuisce di circa il 40%). Tuttavia, le differenze statistiche sull’incidenza di infertilità tra coloro che fanno un consumo minimo e chi non ne consuma affatto non sono evidenti e i risultati presenti in letteratura non sempre sono univoci.

Alcuni studi riguardanti gli esiti dei trattamenti di fecondazione assistita, in presenza di consumo di alcool da parte della donna, riportano che la possibilità di un successo (figlio nato sano) si abbassa di circa il 16% per le donne che assumono circa 4 bevande alcoliche la settimana; inoltre, aumenta di circa il 20% in più la possibilità di fallimento nell’impianto dell’embrione per donne che arrivano a 7 bevande alcoliche settimanali. Questa tendenza è confermata da studi che utilizzano come indicatore la qualità dell’embrione; infatti, è stato riscontrato che nel caso di assenza di consumo di alcool per un periodo sufficientemente lungo precedente al trattamento, gli embrioni sono risultati di qualità elevata nel 70% dei casi e di buona qualità nel restante 30%, mentre tali percentuali si modificano verso il basso nelle donne che hanno fatto uso di alcool che presentano una percentuale di embrioni di bassa qualità di circa il 22% anche con un consumo pari a 2 drink al giorno. Non sono, invece, ancora chiari gli effetti del consumo di alcool sull’età di inizio della menopausa in quanto è difficile discriminare l’influenza di altri fattori (etnia, comportamenti, ambiente, malattie ecc.) su tale fenomeno.

In conclusione, si può affermare che, pur non essendovi univocità di dati sulle quantità consumate, l’indicazione principale per ridurre gli effetti del consumo di alcool nell’insorgenza di infertilità femminile è senz’altro l’astensione dalla sua assunzione per un periodo sufficientemente lungo antecedente all’intenzione di un programmato concepimento; tale astensione è bene si protragga tassativamente anche per tutto il periodo della gestazione.

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