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Combattere l’iperinsulinismo con un approccio multidisciplinare

L’iperinsulinismo è una condizione molto frequente, che può colpire tanto chi è in sovrappeso, quanto le donne che soffrono di ovaio policistico, fino a chi è intollerante al glucosio. Il Dott. Vitale, specialista endocrinologo, illustra come un approccio multidisciplinare possa aiutare il riequilibrio ormonale e metabolico

Che cos’è l’insulina?

L’insulina è un ormone prodotto nelle cellule beta del pancreas e poi escreto nel sangue per regolare il trasporto e la conservazione del glucosio, la principale fonte di energia dell’organismo. L’insulina contribuisce al trasporto del glucosio dal sangue alle cellule, regola i livelli dello zucchero nel sangue (glicemia) e regola il metabolismo dei lipidi; infatti, l’aumento di insulina comporta un aumento dei grassi per stimolo della lipogenesi, cioè la produzione di grasso.

Cosa succede se si rompe l’equilibrio tra livello di insulina e glucosio?

Dato che il livello di insulina e glucosio nel sangue devono essere in constante equilibrio, se la quantità di glicemia aumenta, aumenta anche la secrezione nel sangue di insulina, favorendo l’ingresso dello zucchero nelle cellule. Ogniqualvolta la glicemia si abbassa, automaticamente si riduce la secrezione di insulina nel sangue.

Nel momento in cui l’equilibrio tra glicemia ed insulina si rompe, e l’insulina circolante non riesce ad abbassare il livello di glucosio, allora si ha una condizione patologica definita come diabete mellito, che nella gran parte dei casi è conseguente ad una condizione per la quale l’organismo non produce una quantità sufficiente di insulina o al fatto che le cellule sono resistenti ai suoi effetti (condizione definita di insulino-resistenza).

Come si interviene sulla condizione di insulino-resistenza?

La condizione di insulino-resistenza è molto più frequente di quanto si possa immaginare, e spesso è asintomatica, legata a condizioni come il sovrappeso, l’obesità, la sindrome dell’ovaio policistico, la intolleranza glucidica, la sindrome metabolica ed alterazioni a carico dell’ipofisi e delle ghiandole surrenali. L’insulino-resistenza porta ad aumentare lievemente il livello di insulina nel sangue e questo iper-insulinismo facilita la lipogenesi, oltre all’aumento di peso come conseguenza dell’aumento di grasso. Se un paziente sovrappeso o obeso ha effettiva difficoltà a dimagrire (nonostante segua diete ipocaloriche), in molti casi può essere affetto da iper-insulinismo relativo, ovvero poco sintomatico: la mancata correzione di questa condizione può precedere la comparsa di diabete. Alcuni accorgimenti possono favorire il riequilibrio dell’omeostasi ormonale e metabolica, come ad esempio:

  • Seguire una dieta equilibrata.
  • Assunzione di farmaci che riducono l’assorbimento di grassi.
  • Assunzione di farmaci che riducono il senso della fame.
  • Assunzione di ipoglicemizzanti orali a basso dosaggio (attivano l’ingresso di zucchero nelle cellule, mettendo a riposo il sistema insulinico permettendogli di resettarsi grazie a sistemi insulino-indipendenti).
  • Iniziare un adeguato programma di attività fisica (programmi specifici di tipo aerobico consentono di bruciare grassi, calorie ed elevano il metabolismo basale, favorendo la riduzione del peso corporeo e attivando i sistemi insulino-indipendenti).

La valutazione dello squilibrio endocrino, metabolico e ormonale

Appare dunque evidente che un soggetto, in sovrappeso o obeso che abbia una forma di  intolleranza glucidica o associata ad una sindrome metabolica, e/o come più spesso avviene nelle donne in età fertile, in presenza di sindrome dell’ovaio micropolicistico, l’approccio diagnostico e terapeutico deve valutare competenze che attengano alla valutazione del dis-equilibrio endocrino, metabolico ed ormonale, e ad una attenta valutazione dietetica e farmacologica afferenti alla sfera concettuale più appropriata ed opportuna del medico endocrinologo e/o dell’endocrinologo-ginecologo per quanto di pertinenza del genere femminile.

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