
Le malattie tiroidee autoimmuni, come la tiroidite di Hashimoto e il morbo di Graves, patologie in cui è presente una alterazione del sistema immunitario che coinvolge la ghiandola tiroidea, propongono un interessante e crescente interesse che suggerisce che il microbiota intestinale abbia un ruolo nel determinare anomalie del sistema immunitario implicate nello sviluppo e nella modulazione di malattie tiroidee autoimmuni.
Ruolo del Microbiota Intestinale
Il microbiota intestinale interagisce sul sistema immunitario, influenzando la risposta immunitaria sia locale sia sistemica. La disbiosi intestinale, un’alterazione dell’equilibrio del microbiota, è stata associata a numerose malattie autoimmuni, tra cui le malattie autoimmuni della tiroide.
Ecco alcuni dei meccanismi proposti per spiegare come il microbiota intestinale influenza l’incidenza delle malattie autoimmuni della tiroide:
- Infiammazione sistemica: la disbiosi intestinale può portare una maggior permeabilità della barriera intestinale, con ingresso di microrganismi che, alterando l’integrità naturale della stessa, determina un aumento di sostanze dannose o una riduzione di metaboliti benefici nel sangue. Questo può attivare una risposta infiammatoria sistemica come nel caso delle malattie autoimmuni tiroidee;
- Modulazione della risposta immunitaria: il microbiota intestinale influenza il sistema immunitario, compresi i linfociti T che sono le cellule dell’immunità adattativa responsabili della protezione verso le infezioni ad opera di microbi intracellulari e i linfociti B che sono cellule del sistema immunitario deputate alla produzione di anticorpi contro uno specifico antigene. Un microbiota sano aiuta una risposta immunitaria equilibrata, ma una disbiosi può favorire una anomala risposta immunitaria con aumento del rischio di malattie autoimmuni, come la tiroidite di Hashimoto e il morbo di Flajani-von Basedow-Graves;
- Metaboliti microbici: i lactobacilli modificano il numero di cellule T regolatorie nel colon che sono fortemente implicate nel mantenimento della tolleranza immunologica a livello della barriera intestinale; alcuni metaboliti dei prodotti intestinali, come gli acidi a catena corta (SCFA), hanno effetti di potenziamento della funzione immunitaria per contrastare gli agenti patogeni.
Malattia di Hashimoto e Microbiota
La tiroidite di Hashimoto è una malattia autoimmune che attacca il sistema immunitario provocando modificazioni della funzionalità tiroidea. Alcuni studi suggeriscono che un microbiota intestinale alterato può portare all’insorgenza della malattia; in particolare, la riduzione di batteri protettivi, come produttori di acidi grassi a catena corta, può favorire un ambiente proinfiammatorio che stimola la risposta autoimmune contro la tiroide.
Morbo di Graves e Microbiota
Nel morbo di Graves, altra patologia autoimmune della tiroide che determina incremento della funzionalità tiroidea con ipertiroidismo, alcune ricerche suggeriscono che l’alterazione del microbiota intestinale potrebbe alimentare l’insorgenza della malattia, anche se i meccanismi sono ancora poco compresi. Tuttavia, la disbiosi intestinale favorisce l’anomala risposta immunitaria, contribuendo a una produzione eccessiva di ormoni, influenzando i livelli degli ormoni tiroidei attraverso la modulazione del metabolismo e dell’assorbimento dello iodio.
Interventi e approcci terapeutici
Diversi approcci terapeutici sono stati suggeriti per migliorare la salute del microbiota intestinale nelle persone affette da malattie autoimmuni, tra cui:
- Dieta: una sana alimentazione bilanciata, ricca di fibre, prebiotici e probiotici migliora l’equilibrio del microbiota intestinale riducendo la disbiosi e l’insorgenza delle malattie autoimmuni;
- Probiotici: l’uso di probiotici, integratori contenenti microrganismi benefici, risulta utile per aiutare il ripristino di un microbiota sano riducendo l’incidenza di malattia tiroidee autoimmuni;
- Modulazione del microbiota con farmaci: vi sono studi che segnalano l’uso di farmaci che migliorano il microbiota o farmaci biologici che modulano l’attività del sistema immunitario. Tuttavia, l’uso di questi trattamenti è ancora in fase sperimentale e richiede ulteriori approfondimenti per determinarne la sicurezza.
Conclusioni
Il legame tra microbiota intestinale e morbosità tiroidee autoimmuni, ancorché promettente, è ancora in fase di approfondimento. La ricerca ha identificato vari meccanismi che, attraverso il microbiota, potrebbero influenzare lo sviluppo delle malattie autoimmuni della tiroide, tra la permeabilità intestinale aumentata, l’attivazione del sistema immunitario e la produzione di metaboliti microbici. Anche l’utilizzo di presidi terapeutici pronti ad agire sulla modulazione del microbiota, come probiotici e dieta, risulta utile ma, ad oggi, sono necessari più ricerche per confermare l’efficacia delle caratteristiche terapeutiche migliori nella gestione delle malattie tiroidee autoimmuni. Unico baluardo nella difesa della propria salute, in questi casi, è assicurarsi l’adeguato consiglio terapeutico di un esperto endocrinologo, sia per le indicazioni nutrizionali necessarie ad assicurare il benessere intestinale, sia per il bilanciamento terapeutico dell’omeostasi ormonale tiroidea.