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Ruolo del DHEA nell'incremento della fertilità femminile

Il Deidroepiandrosterone (DHEA) è un ormone derivato dal colesterolo e prodotto principalmente dalle ghiandole surrenali e in minor misura dall’ovaio e dal cervello. La secrezione del DHEA aumenta in epoca prepuberale prima delle gonadotropine ipofisarie FSH e LH giocando un ruolo importante nella maturazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-ovaio, raggiunge l’apice intorno ai 25 anni per poi calare sensibilmente dopo i 35-40 anni.

A 80 anni il livello non supera il 10% di quanto inizialmente prodotto, pertanto, la somministrazione del DHEA sotto forma di integratore è stata consigliata come metodo anti-invecchiamento, suggerendo di iniziare con piccole dosi e monitorare costantemente i suoi livelli nel sangue per valutarne la reazione fisiologica dell’organismo.

Il DHEA nell’organismo svolge infatti numerose funzioni:

  • è, infatti, considerato un neurosteroide che regola la produzione della mielina, guaina che avvolge e protegge le fibre nervose; previene, quindi, le patologie neurodegenerative regolando la forza e l’energia del sistema neuromuscolare e i processi di apprendimento e di memoria;
  • regola l’attività dell’enzima glucosio-6-fosfatodeidrogenasi riducendo la massa grassa e i livelli di colesterolo LDL prevenendo l’aterosclerosi e le malattie cardiovascolari;
  • migliora l’efficienza del sistema immunitario;
  • regola il rilascio del calcio aumentando la densità ossea e prevenendo l’osteoporosi;
  • controlla le funzioni sessuali, migliora l’umore e incrementa il desiderio sessuale;
  • regola la fertilità della donna contrastando il processo d’invecchiamento delle ovaie che provoca una diminuzione del numero e della qualità degli ovociti.

Con il passare degli anni, infatti, la premenopausa determina un aumento dei livelli dell’ormone follicolostimolante (FSH) prodotto dall’ipofisi e una diminuzione dell’ormone antimulleriano (AMH) prodotto dall’ovaio con conseguente esaurimento della riserva ovarica, che si manifesta con cicli irregolari, riduzione delle possibilità di concepimento spontaneo e aumento del rischio abortivo. Quando questa situazione si presenta in donne di età inferiore ai 38 anni viene definita “menopausa precoce”. Sia nelle pazienti non responsive per ridotta riserva ovarica dovuta all’età, sia in quelle con precoce esaurimento della riserva ovarica è necessario modulare l’impiego di farmaci stimolanti la fertilità per raggiungere l’ovulazione, presentando, altresì, un maggior rischio di ottenere una scarsa risposta alla stimolazione ovarica ed un basso tasso di gravidanza durante i trattamenti di fecondazione in vitro. Numerosi studi sembrano dimostrare come le pazienti che avevano assunto un supplemento di DHEA avessero maggiori possibilità di concepire mediante trattamenti di fecondazione in vitro dovute all’aumento del numero e della maturazione degli ovociti, alla qualità degli embrioni e alla diminuzione del rischio abortivo.

La raccomandazione è di procedere con l’impiego di DHEA, esclusivamente sotto l’indicazione specialistica di un endocrinologo-ginecologo e solo in donne nelle quali sia stata diagnosticata una scarsa risposta ovarica, in quanto tra gli effetti collaterali segnalati vi sono acne, irsutismo, perdita di capelli, congestione nasale, mal di testa, aritmia, tachicardia, cambiamento del timbro della voce, problemi epatici, incremento del rischio di tumori (in particolar modo alla mammella e all’ovaio) e altri effetti simili all’abuso di steroidi.

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