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Abitudini di vita e depressione: i risultati di uno studio

Una interessante, recente ricerca ha valutato la relazione tra sei diverse abitudini di vita e la depressione. I risultati hanno dimostrato che in particolare alcune abitudini, come ad esempio trascorrere troppo tempo davanti a uno schermo, favoriscono la comparsa di depressione o ne peggiorano l’andamento. Nonostante i progressi acquisiti nella gestione psicologica e farmacologica della depressione, questa malattia continua a essere molto diffusa nei Paesi occidentali. Per tale motivo è importante identificare, tra i fattori che ne favoriscono lo sviluppo o ne peggiorano l’andamento, quelli sui quali si può intervenire, ivi comprese le abitudini di vita. Quelle per le quali si è esplorata più estesamente la relazione con la depressione sono l’alimentazione e l’attività fisica, mentre vi sono meno dati sull’associazione con il tempo trascorso davanti alla televisione, al computer o agli smartphone.

Per definire un quadro più completo dell’effetto delle abitudini di vita sulla depressione, alcuni autori hanno eseguito uno studio ponendo in relazione l’alimentazione, l’attività fisica, il sonno, l’assunzione di alcool, il fumo ed il tempo trascorso davanti agli schermi con una anamnesi positiva per disordine depressivo maggiore.

Le informazioni sulle abitudini di vita e sulla depressione sono state raccolte mediante questionari e quelle delle persone con depressione sono state poste a confronto con dati di soggetti normali di controllo. L’analisi finale è stata eseguita sui dati di oltre 84.000 individui ed ha dimostrato che, sia nelle persone depresse che in quelle sane, lo svolgimento dell’attività fisica, l’alimentazione sana e una durata ottimale del sonno erano associate in maniera statisticamente significativa (p<0.001) ad una frequenza ridotta di depressione. Al contrario, si è osservata più spesso una depressione nei soggetti con protratta permanenza davanti allo schermo ed abitudine al fumo; tale associazione ha avuto un livello di significatività ancora più elevato (p<0.0001).

Seguendo nel tempo gli stessi soggetti, si è osservato quali abitudini di vita hanno avuto un effetto protettivo sulla depressione. Una durata ottimale del sonno ed un minore tempo trascorso davanti agli schermi hanno avuto un effetto protettivo. Si è osservata anche, in generale, una interazione significativa fra alimentazione sana e depressione. Infatti, una dieta di migliore qualità ha avuto un effetto protettivo dalla depressione nei soggetti sani, ma non ha mostrato relazioni con il tono dell’umore nelle persone già affette da depressione. Si è, altresì, raccolta l’evidenza, definita sorprendente dagli autori, che una maggiore frequenza di assunzione di alcool si è associata a una minore prevalenza di depressione nei depressi, ma non altrettanto nei volontari sani.

Quali sono le indicazioni pratiche che emergono da questo studio. Innanzitutto, che alcune abitudini, come l’attività fisica e la dieta sana, aiutassero a prevenire la depressione lo si era già ipotizzato, ma da questa ricerca scaturisce una conferma solida basata su una casistica molto ampia. Altri fattori, come un sonno inadeguato e un tempo prolungato trascorso davanti alla televisione o al computer o ad altri dispositivi, sono stati finora meno considerati e, invece, in questa ricerca hanno dimostrato di avere un effetto negativo ancora più importante dell’effetto positivo di attività fisica ed alimentazione. In particolare, l’evidenza relativa agli effetti nocivi per l’umore dell’interazione troppo prolungata con computer e televisione deve suscitare una grande attenzione. Ciò è particolarmente vero nei momenti in cui tali mezzi diffondono informazioni e dati poco positivi in era pandemica determinando effetti negativi sul tono dell’umore di molte persone.

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