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Iperomocisteinemia e benessere femminile

È risaputo che dopo i 50 anni, talvolta anche prima, il livello di colesterolo ematico diviene significativo poiché è uno degli indicatori di rischio cardiovascolare. Non tutti sanno però che il valore di omocisteina nel sangue è altrettanto importante ai fini della determinazione di possibili rischi cardiovascolari e non solo. L’omocisteina è un aminoacido derivato dalla metionina ed introdotta con l’alimentazione (in prevalenza carne rossa, salumi, latte e formaggi).

L’omocisteina viene poi trasformata dall’organismo tramite due distinte vie metaboliche: in glutatione, sostanza detossificante per le cellule e per il fegato, o in S-adenosilmetionina, molecola fondamentale per il cervello e per moltissime funzioni dell’organismo. Se, a causa di specifiche carenze nutrizionali, queste due vie metaboliche sono poco performanti, si verifica non solo un deficit di queste due importanti sostanze, ma anche un eccesso di omocisteina nel sangue, definita iperomocisteinemia. Questa risulta dannosa per l’organismo perchè genera una elevata quantità di radicali liberi che agiscono negativamente sull’organismo, in particolare sull’endotelio di vene ed arterie, favorendo i processi di aterosclerosi. L’omocisteina alta è un fattore prognostico correlato all’aumentato rischio di incidenza di malattie, anche gravi, dell’apparato cardiovascolare, quali infarto, ictus, trombosi venosa, embolia, aterosclerosi e ipertensione arteriosa. Un eccesso di omocisteina determina, quindi, un aumento di trombosi recidivanti delle arterie coronariche, cerebrali e periferiche e trombosi venose profonde. Così come l’ipercolesterolemia, anche l’iperomocisteinemia si associa quindi ad un aumentato rischio di patologie cardiovascolari, aumentando anche il rischio relativo di altre patologie, quali malformazioni fetali, decadimento mentale, Alzheimer e fratture spontanee per osteopenia. La concentrazione dell’omocisteina viene rilevata tramite specifiche analisi del sangue, prescritte dallo specialista, per verificarne il livello in presenza di un possibile sospetto diagnostico.

In tema di benessere femminile, di particolare rilevanza è la sua determinazione nella donna, nel corso dei frequenti trattamenti con estro-progestinici a scopo contraccettivo o finalizzato ad altre indicazioni terapeutiche endocrino-ginecologiche.

Controlli a campione hanno dimostrato che oltre il 50% delle persone adulte presenta valori di omocisteina elevati. Per ritrasformare l’omocisteina in metionina l’organismo utilizza, in particolare, alcune vitamine del gruppo B. Può succedere che queste vitamine non siano presenti in quantità sufficiente a causa di una predisposizione genetica e ne occorra una maggiore quantità per metabolizzare l’omocisteina oppure, ed è il caso più frequente, vi è una generale carenza di vitamine del gruppo B riconducibile alle moderne abitudini alimentari, in quanto l’alimentazione risulta carente soprattutto in frutta e verdure fresche e crude. Tra le cause che determinano un maggiore fabbisogno di queste vitamine, sono da includere: il tabagismo, l’abuso di sostanze alcooliche, la scarsa attività fisica, l’abuso di alcuni farmaci e l’inquinamento ambientale, soprattutto quello dovuto alle polveri sottili. Le vitamine del gruppo B che sono coinvolte nel metabolismo dell’omocisteina vanno assunte contemporaneamente e sono le vitamine B6 e B12 e l’Acido Folico. Quindi, nel caso di valori di omocisteina superiori alla norma è possibile intervenire modificando l’alimentazione e lo stile di vita.

Consigli su alimentazione e stile di vita

La dieta per l’omocisteina alta deve comprendere: carne, uova e pesce per un corretto apporto di cobalamina ed ortaggi (soprattutto a foglia verde, crudi) per raggiungere i livelli minimi di acido folico. Infatti, oltre alla predisposizione genetica, uno dei fattori che favorisce l’iperomocisteina è la dieta squilibrata. Un’alimentazione povera di verdure a foglia verde, ma ricca di cibi d’origine animale come carne, pesce, uova, latte e suoi derivati o al contrario, esclusivamente vegetale, possono aumentarne la concentrazione nel sangue e di conseguenza il rischio cardiovascolare. Per mantenere l’omocisteina sotto controllo la prima regola da seguire è adottare una dieta sana, completa ed equilibrata in cui non devono mai mancare le verdure, in particolare quelle a foglia verde. Sono un’ottima fonte di vitamina B9, chiamata anche acido folico, prezioso per trasformare l’omocisteina in cisteina.

Per preservarne al meglio le proprietà occorre dare precedenza alle verdure crude. Le vitamine del gruppo B sono infatti idrosolubili e termolabili: con il calore e l’acqua tendono a diminuire. Vanno, altresì, consumati in modo moderato, ma non vanno del tutto esclusi, gli alimenti d’origine animale, come la carne, il pesce, le uova, il latte e i derivati. Assicurano vitamina B12, anch’essa fondamentale per mantenere sotto controllo i livelli di omocisteina. Inoltre, bisogna incrementare il consumo dei legumi. Essi sono ottimi alleati della salute del cuore. Sono ricchi di proteine vegetali che abbinati all’interno dello stesso pasto ai cereali integrali assicurano proteine simili a quelle della carne, ma privi di colesterolo e grassi saturi. Inoltre, i legumi contengono la vitamina B6 che abbassa i livelli di omocisteina nel sangue e contribuisce a far diminuire il rischio cardiovascolare.

Insieme alla dieta sana ed equilibrata, nella maggior parte dei casi è possibile controllare l’omocisteina alta anche con la somministrazione esogena di acido folico, eventualmente associato con vitamina B12. Le due vitamine sono elementi indispensabili per lo svolgimento del corretto ciclo metabolico metionina-omocisteina. Altresì, per favorire il ritorno alla corretta concentrazione di omocisteina è necessario adottare gli accorgimenti dietetici, secondo le indicazioni della dieta mediterranea, riducendo anche il consumo di grassi saturi e sale e preferendo l’impiego di spezie per insaporire le ricette. Gli accorgimenti per la dieta sono senza dubbio di grande aiuto per favorire il mantenimento di un buono stato di salute e, anche, il controllo della concentrazione di omocisteina, tuttavia risulta indispensabile mantenere uno stile di vita attivo, poiché la sedentarietà predispone all’incremento ponderale, un riconosciuto fattore di rischio per le patologie cardiovascolari.

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