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Il fenotipo endocrino e il Covid-19

Tra l’infezione da SARS-CoV-2 e le malattie endocrine e metaboliche, come diabete e obesità, c’è un rapporto bidirezionale. Da un lato, infatti, queste condizioni aumentano il rischio di forme gravi di Covid-19 e dall’altro l’infezione stessa sembra incidere su alcuni parametri metabolici, come il controllo della glicemia.

  • Il fenotipo endocrino del Covid-19

Molti ricercatori hanno iniziato a pensare subito ad un fenotipo endocrino quando hanno ipotizzato che la Vitamina D e la sua carenza fossero coinvolte sia nell’aumento della suscettibilità all’infezione, sia nei suoi esiti negativi nel nostro Paese. L’ipotesi si basava sul ruolo importante di questo ormone nel funzionamento del sistema immunitario e sul fatto che i pazienti ospedalizzati mostravano livelli molto bassi di vitamina D, in parte perché nei Paesi mediterranei come Italia e Spagna questa carenza è endemica nella popolazione anziana. Nonostante l’origine della pandemia sia stata in Cina, Italia e Spagna sono state rapidamente coinvolte e hanno pagato il tributo più alto in termini di decessi (circa il 4% dei decessi da Covid a livello mondiale). Oltre all’interessamento polmonare, caratteristico del virus, sono state notate alterazioni dirette o indirette di organi, tessuti e molecole endocrine.

  • La relazione bidirezionale tra diabete e Covid-19

I dati raccolti in diversi studi mostrano che i pazienti affetti da Covid con pregresso diabete sono a maggior rischio di ricovero, con severo coinvolgimento polmonare, ed i pazienti senza diabete pregresso possono svilupparlo durante o dopo il Covid-19. Gli esperti fanno notare che una glicemia cronicamente elevata ha effetti negativi sul sistema immunitario e si associa ad un’infiammazione di basso grado, che predispone ad una eccessiva reazione infiammatoria in grado di peggiorare i danni respiratori. Anche le cellule pancreatiche possono essere bersaglio della malattia e, quindi, il SARS-CoV-2 può esercitare un effetto diabetogeno; tanto che è stato creato il Covi-DIAB, un registro internazionale per raccogliere i casi di diabete connessi con l’infezione da SARS-CoV-2.

  • Maggiore esposizione alle fratture e carenze di calcio nei pazienti Covid-19

Tra i dati discussi recentemente dagli esperti ci sono anche quelli che riguardano l’impatto del Covid-19 sulla salute delle ossa. Uno studio ha valutato la presenza e l’impatto clinico delle fratture vertebrali in 114 pazienti affetti da Covid-19. Questo tipo di frattura si è verificato nel 35% dei pazienti che non avevano mai ricevuto diagnosi di osteoporosi. Inoltre, il tasso di mortalità complessiva risultava raddoppiato nei soggetti con fratture vertebrali toraciche e più elevato in coloro che avevano una frattura grave rispetto a quelli con fratture lievi o moderate. Per quanto riguarda la correlazione tra Covid-19 e bassi livelli di calcio, in uno studio su oltre 500 pazienti, l’ipocalcemia è stata rilevata nel 75% di essi, condizione che rappresenta un fattore di rischio indipendente per il ricovero in ospedale; infatti, il calcio era già noto per svolgere un ruolo cruciale nel meccanismo d’azione dei virus come SARS-CoV-2 in quanto necessario per la loro replicazione.

  • Le raccomandazioni della Società Europea di Endocrinologia

La European Society of Endocrinology ha pubblicato alcune raccomandazioni per la corretta gestione del fenotipo endocrino nella pandemia, in cui si legge che il diabete ha un ruolo importante in questo fenotipo poiché è una delle condizioni più frequenti associate alla gravità e alla mortalità del COVID-19. Potrebbe essere necessaria un’attenta gestione, comprese le modifiche al trattamento, per proteggere i nostri pazienti con diabete mellito dalle conseguenze più pericolose di COVID-19, ma anche nei pazienti con diabete di nuova insorgenza indotto da SARS-CoV-2. L’obesità aumenta la suscettibilità al SARS-CoV-2 e il rischio di esito avverso del Covid19. È necessario garantire un’adeguata gestione nutrizionale ai pazienti con obesità, al fine di limitare la loro maggiore gravità e suscettibilità all’infezione da Covid-19. Anche la mancanza di vitamina D, l’ipocalcemia e le fratture vertebrali sono emerse come risultati frequenti nella popolazione Covid-19 ospedalizzata e possono avere un impatto negativo sull’esito di tali pazienti. Altresì, nei pazienti con insufficienza surrenalica può essere necessario un pronto adattamento delle dosi di glucocorticoidi. Inoltre, in questa dichiarazione aggiornata sono stati inclusi il ruolo degli ormoni sessuali e gli aspetti peculiari dell’ipofisi e della tiroide nella pandemia.

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