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Rischio di malattie cardiovascolari e metaboliche e livelli di testosterone

Un gruppo internazionale di esperti ha valutato la relazione fra le concentrazioni di testosterone nel sangue e il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari e metaboliche in una popolazione particolare, ma omogenea, costituita da vigili del fuoco. I risultati hanno indicato una relazione molto stretta tra livelli bassi di testosterone e presenza di fattori di rischio cardiovascolari e metabolici. Infatti, precedenti evidenze avevano suggerito un’associazione fra concentrazioni nel sangue di testosterone e rischio cardiovascolare e metabolico, includendo tra le malattie metaboliche anche la steatosi epatica non alcolica.

Per verificare tale relazione, alcuni studiosi hanno utilizzato i dati di un archivio relativo a vigili del fuoco degli Stati Uniti, nei quali il profilo di rischio cardiovascolare e metabolico e anche i livelli di testosterone vengono verificati regolarmente, per valutare il loro stato di salute. La casistica selezionata inizialmente è stata di oltre 300 soggetti, operanti in Florida (USA), tutti giudicati abili per il lavoro e con una funzione cardiaca normale, confermata dalla valutazione della frazione di eiezione. I soggetti in studio sono stati classificati in base ai livelli ematici di testosterone in bassi, ai limiti e nella norma. Il rischio di sviluppare le principali malattie cardiovascolari e metaboliche è stato confrontato tra i tre sottogruppi di individui classificati in base alle fasce di concentrazione del testosterone. Un ulteriore confronto è stato fatto tra chi aveva la steatosi epatica e chi non l’aveva.

L’81% dei vigili del fuoco è risultato obeso o sovrappeso e circa il 40% aveva la steatosi epatica. Nel sottogruppo con bassi livelli di testosterone, solo il 3.1% dei soggetti aveva un indice di massa corporea normale e il 78.1% aveva steatosi epatica. I componenti dello stesso sottogruppo avevano il peggior profilo di rischio cardiovascolare e metabolico, a prescindere dall’età e dal valore dell’indice di massa corporea. La steatosi epatica si è associata a livelli più bassi di testosterone, a prescindere dall’età, dal valore dell’indice di massa corporea e da quello dell’emoglobina glicata. Avere la steatosi epatica, un’emoglobina glicata ≥5.7% o trigliceridi ≥150 mg/dl ha aumentato la probabilità di avere basse concentrazioni di testosterone nel sangue rispettivamente nei tre gruppi di: 4.1, 2.7 e 6.6 volte.
Pertanto, nelle conclusioni gli autori hanno sottolineato che i risultati del loro studio hanno confermato la stretta associazione fra bassi livelli di testosterone e fattori di rischio cardiovascolare e metabolico, a prescindere dall’età, dall’indice di massa corporea e da disfunzioni metaboliche dei soggetti valutati –

(Fonte: Low testosterone and cardiometabolic risks in a real‑world study of US male firefighters; Scientific Reports.2021).

 

Una preventiva e scrupolosa valutazione endocrinologica rimane indispensabile per prevenire il rischio cardiovascolare e quello metabolico insieme alle correlate disfunzioni sessuali da ridotta produzione di testosterone.

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