
Per approfondire il tema dell’efficacia dei vaccini contro il papillomavirus umano (HPV), è utile esplorare non solo i dettagli dei vaccini bivalente, quadrivalente e nonavalente, ma anche la base scientifica che ha portato alla conclusione che questi vaccini sono efficaci nella prevenzione di infezioni persistenti da HPV e lesioni precancerose cervicali.
Il Papillomavirus umano (HPV) e il Cancro della cervice uterina
Il papillomavirus umano è una famiglia di virus che include oltre 200 tipi. Circa 14 di questi sono classificati come ad alto rischio oncogeno, tra cui HPV 16 e HPV 18, che sono responsabili di circa il 70% dei casi di cancro cervicale. L’infezione persistente da HPV è il fattore principale nello sviluppo di lesioni precancerose (CIN) e cancro cervicale, che è uno dei tumori più comuni nelle donne a livello globale. Poiché l’infezione da HPV può persistere senza sintomi evidenti, la prevenzione tramite vaccinazione è diventata uno degli strumenti più efficaci nella riduzione della mortalità da cancro cervicale.
I vaccini contro l’HPV
Esistono tre principali tipi di vaccini contro l’HPV, ognuno con caratteristiche e livelli di protezione specifici:
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Vaccino bivalente: protegge contro HPV 16 e 18, i ceppi oncogeni più comuni. È stato il primo vaccino sviluppato e approvato ed è stato ampiamente utilizzato nella prevenzione del cancro cervicale. La protezione contro altri ceppi ad alto rischio come HPV 31, 33 o 45 è limitata;
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Vaccino quadrivalente: protegge contro HPV 16, 18, 6 e 11. I ceppi 6 e 11 sono responsabili della maggior parte delle verruche genitali; quindi, questo vaccino offre una protezione anche contro le lesioni benigne causate da HPV. È stato utilizzato in modo più ampio in alcuni Paesi grazie alla sua protezione più ampia rispetto al vaccino bivalente;
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Vaccino nonavalente: protegge contro nove tipi di HPV, inclusi i ceppi 16, 18, 6, 11, 31, 33, 45, 52 e 58. La protezione offerta è molto più ampia, poiché copre anche ceppi che sono stati associati a un rischio maggiore di sviluppare cancro cervicale.
Metanalisi e studi recenti
La metanalisi* condotta da un gruppo di ricercatori ha esaminato studi clinici randomizzati controllati (RCT) e analisi post-hoc di RCT fino a marzo 2024. La metanalisi ha trovato prove chiare che tutti e tre i vaccini sono in grado di ridurre significativamente il rischio di infezioni persistenti da HPV 16/18 e lesioni CIN2+ (lesioni precancerose cervicali). I risultati principali suggeriscono che:
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Vaccino quadrivalente: è risultato più efficace nel prevenire le infezioni persistenti da HPV 16/18 e le lesioni CIN2+ nei gruppi che hanno seguito il protocollo vaccinale correttamente. La protezione è emersa soprattutto dopo 6 mesi dalla vaccinazione. Questo è un aspetto importante, poiché molte infezioni da HPV non causano sintomi immediati ma possono diventare persistenti nel tempo;
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Vaccino bivalente: ha mostrato una maggiore efficacia a 12 mesi contro le infezioni persistenti da HPV 16/18 e le lesioni CIN2+, ma la sua protezione a lungo termine è stata evidente, facendo pensare che possa essere una scelta di minor costo, soprattutto in Paesi con risorse limitate;
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Vaccino nonavalente: sebbene i dati non abbiano rivelato significative differenze in termini di efficacia a breve termine rispetto agli altri due vaccini, il vaccino nonavalente offre una protezione superiore contro un numero maggiore di ceppi oncogeni, il che ne aumenta il valore preventivo nel lungo periodo.
Efficacia e durata della protezione
Un elemento fondamentale che è emerso da questa analisi è la durata della protezione offerta dai vari vaccini. Mentre il vaccino bivalente ha mostrato una protezione duratura a 12 mesi, il quadrivalente è stato più efficace a 6 mesi, ma entrambe le soluzioni offrono una protezione a lungo termine contro le infezioni da HPV 16/18. Il vaccino nonavalente, pur proteggendo contro una varietà di ceppi, ha mostrato un’efficacia paragonabile agli altri a breve termine, ma le sue potenzialità di prevenzione a lungo termine potrebbero rappresentare una scelta più solida per evitare infezioni future da HPV ad alto rischio.
Implicazioni per la Salute Pubblica e le Politiche vaccinali
La conclusione che tutti e tre i vaccini offrono una protezione efficace contro l’HPV 16/18 e le lesioni precancerose cervicali è di grande rilevanza per la salute pubblica. La scelta del vaccino più adatto dipende da vari fattori, tra cui:
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Disponibilità e costo: il vaccino bivalente, sebbene meno costoso rispetto al vaccino nonavalente, offre comunque una protezione adeguata contro i ceppi oncogeni più pericolosi. Ciò lo rende una scelta ottimale per i Paesi in via di sviluppo o per le popolazioni a basso reddito;
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Ampiezza della protezione: i vaccini quadrivalente e nonavalente offrono una protezione più ampia, che potrebbe risultare più vantaggiosa in contesti di prevenzione più estesi, in particolare nei Paesi ad alta prevalenza di HPV;
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Adesione e programmi vaccinali: il successo di una campagna vaccinale dipende dall’adesione al programma vaccinale. Programmi efficaci che incoraggiano la partecipazione alla vaccinazione fin dalla preadolescenza sono cruciali per massimizzare l’efficacia di questi vaccini.
Conclusioni
In sintesi, i vaccini contro l’HPV, che includono il bivalente, il quadrivalente e il nonavalente, si sono dimostrati strumenti efficaci per la prevenzione delle infezioni persistenti da HPV e delle lesioni precancerose cervicali (CIN2+). L’analisi dei dati suggerisce che, mentre la protezione a breve termine può variare tra i vaccini, la protezione a lungo termine resta forte per tutti, rendendo questi vaccini un’opzione cruciale per le politiche di prevenzione del cancro cervicale in tutto il mondo. Indispensabile risulta, tuttavia, la ricerca di uno specialista di riferimento, meglio se un oncologo-ginecologo, per il mantenimento e la conservazione dello stato di salute in pieno benessere per guardare con maggiore serenità al futuro.
* Int J Infect Dis. 2025 Feb doi: 10.1016