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Folati, vitamina B e fertilità

L’infertilità colpisce circa il 15-25% delle coppie, corrispondente ad oltre 50 milioni di persone nel mondo. Molte coppie si rivolgono ai Centri di Procreazione Medicalmente Assistita per eseguire tecniche specialistiche, più o meno invasive, al fine di realizzare il sogno di diventare genitori; ma la probabilità di successo non è elevata ed i costi molto spesso non possono essere sostenuti. Ecco il perché nasce il desiderio di identificare fattori di successo a basso costo, relativi soprattutto a dieta e stili di vita.

Recenti studi riguardanti l’implementazione di vitamine con la dieta dimostrano che ci sia una migliore ottimizzazione degli ormoni circolanti e, quindi, una migliore funzionalità ovarica. Ad oggi esistono ancora pochi studi che correlano concentrazioni di omocisteina, folati, vitamine del gruppo B con livelli circolati di FSH (ormone follicolo-stimolante), LH (ormone luteinizzante) e progesterone. Nello studio preso in esame si è dimostrato, in un campione di donne sane, che concentrazioni di omocisteina plasmatica più elevate sono state associate a un più basso livello di estradiolo circolante durante il ciclo, ad un aumento di FSH al momento dell’ovulazione e ad una riduzione del livello di progesterone nella fase luteinica. Concentrazioni più elevate di omocisteina nel plasma sono correlate sia alla anovulazione sporadica, sia a cambiamenti ormonali indicativi di una ridotta funzione ovulatoria. L’omocisteina stessa o ciò che eleva l’omocisteina, come la carenza di vitamina B12, influisce sui livelli degli ormoni riproduttivi circolanti e un aumento dei livelli di questi ormoni comporta anovulazione, mentre un abbassamento ne migliora la funzionalità ovulatoria in alcune donne.

Per spiegare questo meccanismo bisogna considerare il metabolismo dei folati e dell’omocisteina, che è parte integrante della sintesi e della metilazione del DNA e degli aminoacidi, processi che hanno un impatto sulla proliferazione cellulare e sono interessati nel contesto del ciclo mestruale, poiché i follicoli in via di sviluppo e le cellule endometriali crescono e si dividono costantemente. È possibile che i cambiamenti nel metabolismo del carbonio abbiano un impatto sulla divisione cellulare delle cellule del follicolo ovarico e, di conseguenza, sull’avvio dell’ovulazione e del picco di progesterone. I meccanismi di autocontrollo retrogrado che regolano i livelli di FSH e LH e i livelli di folati e omocisteina implicano una concentrazione maggiore di omocisteina associata a livelli elevati di FSH e livelli più bassi di progesterone; questo comporta una mancanza di ovulazione.

Tali risultati inducono a concludere che le concentrazioni di omocisteina in donne sane, con adeguati livelli di folati, possono avere un impatto sul ciclo ovulatorio, con implicazioni sia per la qualità della vita sia per la fertilità. L’omocisteina può influenzare direttamente il ciclo mestruale e le stesse concentrazioni di omocisteina dipendono anche da altri fattori, come i livelli di vitamine B. Qualora ulteriori studi amplieranno questi dati, l’aumento delle vitamine del gruppo B, attraverso la dieta e l’integrazione, può offrire una soluzione a basso costo per migliorare la funzione ovulatoria e la fertilità.     Alle pazienti alla ricerca di gravidanza o a quelle con alterazioni ovulatorie sarà, quindi, indicato prescrivere una adeguata integrazione con acido folico ed una alimentazione ricca di vitamine del gruppo B.

Non vi è chi non veda, pertanto, che l’unica opportuna chance di successo sia quella di consultare un esperto endocrinologo-ginecologo che esegua un attento studio sia delle condizioni endocrine e metaboliche, sia ginecologiche e nutrizionali della donna in esame, al fine di intervenire con le opportune integrazioni, indicazioni nutrizionali ed ormonali utili al conseguimento della desiderata gravidanza in uno stato ottimale di benessere psico-fisico.

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