
Numerosi studi confermano la scarsa attenzione dei medici e delle stesse donne ai sintomi precoci della perimenopausa. Oggi assistiamo ad una vera e propria rivalutazione dei fenomeni fisici e psichici precoci che si manifestano molto tempo prima di quanto si attribuisca comunemente nello studio delle varie fasi della vita della donna; in primis, la scarsa attenzione che la stessa donna attribuisce ai primi segnali di squilibrio ormonale e metabolico che le si presentano. La scarsa consapevolezza si raccorda con il non sempre tempestivo approccio anche da parte della classe medica verso la sindrome. Nonostante oltre la metà delle donne di età compresa tra 30 e 35 anni soffra già di sintomi moderati o gravi associati alla menopausa, la maggior parte aspetta decenni prima di cercare un trattamento. Lo rivela una recentissima ricerca pubblicata su ‘npj Women’s Health´ (2025) che consegue a varie altre precedenti già espletate.
I ricercatori hanno scoperto che sintomi psicologici come ansia, depressione e irritabilità, si sono manifestati molto tempo prima di quelli fisici, come disturbi urinari e vescicali, problemi sessuali con secchezza vaginale e dispareunia che hanno raggiunto il picco nelle donne di età pari o superiore a 51 anni, mentre erano inferiori nelle donne tra 30 e 35 anni, così come alcuni di quei sintomi più classicamente associati alla menopausa, come le vampate di calore e la sudorazione.
Lo studio si è concentrato sulla perimenopausa, il periodo di transizione che porta alla menopausa. Molte donne in questa fase pensano di essere troppo giovani per soffrire di sintomi correlati alla menopausa, credendo che non si manifesteranno fino al raggiungimento dei 50 anni. Ma questa convinzione errata le fa solo soffrire in silenzio. I ricercatori sperano che i risultati contribuiscano a colmare una lacuna preoccupante della nostra comprensione sulla perimenopausa rispetto all’assistenza e al supporto per le donne che si avvicinano alla menopausa.
Lo studio riguardo la ricerca sulla perimenopausa e il comportamento delle donne verso il trattamento dei sintomi legati alla menopausa, che partendo dallo studio enunciato, può altresì essere esplorato sotto vari aspetti innovativi, correlando le scoperte a studi recenti e tendenze emergenti in medicina, psicologia e cultura sanitaria. Esaminiamo alcuni dei punti salienti e le implicazioni più moderne di questa problematica:
- Considerazione errata sulla giovinezza rispetto alla menopausa
Lo studio suggerisce che molte donne, pur essendo già in perimenopausa, non cercano un trattamento tempestivo perché credono che i sintomi della menopausa compaiano solo dopo i 50 anni. Questa convinzione è radicata nella tradizione culturale e nei vecchi modelli della medicina, che spesso associano la menopausa a un evento che si verifica principalmente dopo i 50 anni, ignorando il fatto che i sintomi possano comparire anche molto tempo prima.
Studi recenti hanno evidenziato che la perimenopausa può iniziare fino a 10 anni prima dell’ultimo flusso mestruale, tipicamente tra i 40 e i 45 anni, ma il processo inizia molto prima. I sintomi che ne derivano, come le vampate di calore, l’irregolarità del ciclo mestruale, l’insonnia e l’umore instabile, possono essere vissuti già dai 30 anni in poi. Tuttavia, la consapevolezza di queste condizioni è generalmente bassa: una revisione sistematica pubblicata su ‘Climacteric ‘ (2020) ha osservato che molte donne non si rendono conto di essere in perimenopausa finché non avvengono cambiamenti mestruali significativi o gravi problemi fisici.
- Sintomi sottovalutati e silenzio sociale
Molte donne si sentono in difficoltà a parlare di questo periodo della loro vita, spesso per il timore di essere giudicate o banalizzate. La ricerca suggerisce che, nonostante i sintomi possano essere moderati o gravi, la stigmatizzazione sociale riguardante l’età e la salute delle donne contribuisce a rendere difficile l’accesso alle informazioni. Un recente studio pubblicato nel 2023 su ‘The Lancet ‘ ha analizzato come la menopausa sia ancora un argomento tabù in molte culture e ambienti professionali e che la difficoltà nell’approccio al consulto con i medici da parte delle donne per i sintomi della perimenopausa è, ancora, una barriera significativa.
- Perimenopausa e la nuova visione della medicina di genere
Una delle sfide emergenti in questo campo è rappresentata dalla medicina di genere, che sta acquisendo sempre maggiore attenzione. Tradizionalmente, la medicina ha trattato la menopausa come una condizione universale per tutte le donne, ma i recenti sviluppi indicano che le esperienze delle donne in perimenopausa sono altamente individuali e influenzate da vari fattori come genetica, stile di vita, razza, ambiente socioeconomico e salute mentale.
Studi recenti suggeriscono che un trattamento personalizzato potrebbe migliorare notevolmente il benessere delle donne in questa fase. Ad esempio, una ricerca su ‘Menopause’ (2022) ha dimostrato che approcci terapeutici mirati, come la terapia ormonale bioidentica, possono essere efficaci non solo nel trattare i sintomi fisici, ma anche nell’affrontare le problematiche psicologiche, come l’ansia e la depressione, che spesso accompagnano la perimenopausa.
- Innovazioni nei trattamenti farmacologici e non farmacologici
Mentre la terapia ormonale sostitutiva (TOS) è stata per lungo tempo il trattamento principale per alleviare i sintomi della menopausa, negli ultimi anni sono emersi trattamenti non farmacologici innovativi. Uno degli sviluppi più interessanti è l’uso della terapia cognitivo-comportamentale (CBT), che si è dimostrata utile nell’affrontare i disturbi legati all’umore e all’insonnia nelle donne in perimenopausa. Nel 2022, uno studio pubblicato su ‘JAMA Internal Medicine’ ha rilevato che la CBT è un trattamento efficace per l’insonnia nelle donne in perimenopausa, riducendo significativamente l’uso di farmaci. Inoltre, l’approccio integrato con la medicina nutrizionale sta guadagnando popolarità, con una crescente evidenza che una dieta sana, ricca di fitoestrogeni e omega-3, possa avere effetti positivi nell’alleviare i sintomi. Un’analisi del 2021 pubblicata su ‘Menopause Review ‘ ha concluso che l’integrazione con fitoestrogeni derivati da soia potrebbe ridurre le vampate di calore e migliorare la qualità della vita delle donne in perimenopausa.
- Il ruolo delle politiche di salute pubblica
Infine, dal punto di vista delle politiche sanitarie, il tema della perimenopausa è sempre più oggetto di discussione. Negli Stati Uniti e in Europa, le politiche sanitarie stanno iniziando a riconoscere la menopausa come una condizione che richiede attenzione medica e interventi di salute pubblica. Nel 2022, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha incluso la menopausa tra le aree di interesse prioritario, indicando che i governi dovrebbero garantire un accesso migliore a diagnosi, trattamenti e supporto psicologico per le donne durante questa fase della vita.
In sintesi:
Le scoperte suggeriscono che le donne in perimenopausa sono spesso ignoranti riguardo ai sintomi e tendono ad aspettare molto tempo prima di cercare aiuto. Questo è un problema multifattoriale che coinvolge la disinformazione, la stigmatizzazione sociale e l’accesso limitato ai trattamenti. Tuttavia, gli sviluppi più recenti nella medicina di genere, nelle terapie personalizzate, nelle tecnologie digitali e nelle politiche sanitarie potrebbero rappresentare un punto di svolta per migliorare la gestione della perimenopausa e dei suoi sintomi. Aumentare la consapevolezza e abbattere le barriere sociali sono passi fondamentali per garantire che le donne non soffrano in silenzio.
Affidarsi all’intervento di prevenzione plurispecialistico e multidisciplinare da parte di un esperto endocrinologo-oncologo-ginecologo è cruciale per il riconoscimento dei precoci sintomi disfunzionali descritti, sia ormonali e metabolici, sia ginecologici, come segnali da non ignorare per realizzare una tangibile differenza nell’affrontare la menopausa in pieno benessere, con maggiore consapevolezza, energia e qualità di vita.