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Vulvovaginiti micotiche

Le malattie vulvovaginali causate da funghi rappresentano oggi circa il 30-35% delle infezioni vaginali e costituiscono una delle più frequenti cause di consultazione dello specialista ginecologo. La vulvovaginite micotica è una malattia tipica dell’età riproduttiva a diffusione ubiquitaria determinata, nella maggior parte dei casi, da Candida albicans, una specie microbica che trova nell’ambiente vaginale le condizioni ideali per la sua proliferazione. Circa il 75% delle donne manifestano, almeno una volta nella vita, un episodio di vulvovaginite da candida e nel 40-50% dei casi vi è un secondo episodio, mentre nel 5% si sviluppa una forma recidivante. L’infezione da Candida può manifestarsi in forma asintomatica, acuta o recidivante. I sintomi principali sono un prurito intenso vaginale e/o vulvare, associato a perdite vaginali, talora scarse, dense, con un tipico aspetto “a ricotta”.

Altri sintomi spesso presenti sono irritazione più o meno diffusa, bruciore vulvare e vaginale, dolore durante i rapporti sessuali e bruciore durante la minzione. I sintomi in genere si accentuano con l’arrivo della mestruazione. Nel 20 % circa dei partner di donne affette da vulvovaginite da Candida è possibile osservare un prurito post-coitale. La relativa mancanza di segni e sintomi specifici non permette una diagnosi esclusivamente clinica, ma richiede anche l’isolamento dell’agente patogeno attraverso diverse tecniche di laboratorio.

Il trattamento è di due tipi:

  • la terapia topica con farmaci che presentano un’alta attività antimicotica;
  • la terapia orale, riservata alle forme complicate e recidivanti.

Per l’eradicazione dell’infezione è necessario che vi sia anche l’eliminazione o il controllo di tutti i fattori predisponenti (diabete mellito, immunodepressione, terapia corticosteroidea o antibiotica a largo spettro, assunzione di contraccettivi orali, presenza di una concomitante malattia a trasmissione sessuale).

Ci sono poi una serie di norme igieniche e di profilassi delle reinfezioni che la donna affetta da tali episodi è tenuta a seguire, per esempio:

  • cambiare frequentemente la biancheria intima, che deve essere di cotone, meglio se bianca;
  • utilizzare alte temperature e disinfettanti specifici per il lavaggio della biancheria;
  • limitare l’uso di indumenti aderenti e di tessuti sintetici;
  • evitare lavaggi troppo frequenti con abuso di saponi a PH acido;
  • asciugare attentamente la cute e le mucose dopo la toilette;
  • limitare l’assunzione di carboidrati e zuccheri ed inserire lo yogurt e/o fermenti lattici nell’alimentazione quotidiana;
  • aumentare l’assunzione di fibre alimentari;
  • correggere eventuali squilibri ormonali.

È, altresì, consigliabile astenersi dai rapporti sessuali, oppure utilizzare rapporti protetti fino ad accertata guarigione, seguendo scrupolosamente le indicazioni dello specialista.

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