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Ipotiroidismo e Fertilità

Gli ormoni tiroidei regolano il metabolismo praticamente in tutti i tessuti del corpo umano ed i recettori per gli ormoni tiroidei sono abbondantemente presenti a livello dell’apparato riproduttivo. Nelle donne e negli uomini, variazioni della SHBG (Sex Hormone Binding Globulin) e degli ormoni sessuali steroidei sono associate all’ipertiroidismo ed all’ipotiroidismo in maniera consistente tanto da essere riportate in letteratura da molti anni.

Variazioni ormonali nell’uomo e nella donna

Adeguati livelli di ormoni tiroidei sono importanti per una normale funzione riproduttiva. Infatti, alcune conseguenze dell’ipotiroidismo possono manifestarsi con una ridotta pulsatilità dell’ormone luteinizzante (LH), alterazioni mestruali e dell’ovulazione con una ridotta fertilità; tutte situazioni che possono tornare alla normalità ristabilendo una condizione di eutiroidismo.

Diverse evidenze indicano che anche forme lievi e asintomatiche di disfunzioni tiroidee o la presenza di un’autoimmunità tiroidea possono influenzare negativamente la riproduzione. Tassi di infertilità vicini al 50% sono stati riportati in donne con tiroidite di Hashimoto (tiroidite autoimmune) e con il morbo di Flajani-von Basedow-Graves. In un’alta percentuale di donne con infertilità sono stati osservati livelli anormali di TSH e le linee guida delle società scientifiche di riferimento – sia endocrinologiche, sia ginecologiche – raccomandano di eseguire una valutazione della funzionalità tiroidea in tutte le donne che eseguono le valutazioni per infertilità. Il ruolo potenziale della funzione tiroidea nella riproduzione femminile può essere particolarmente rilevante quando la causa di infertilità resta sconosciuta, come nelle donne con ridotta riserva ovarica o infertilità inspiegata. Anche negli uomini le disfunzioni tiroidee (ipertiroidismo e ipotiroidismo) producono diversi gradi di disfunzioni delle gonadi con conseguenti ripercussioni sulla spermatogenesi e sulla fertilità.

Ipotiroidismo e infertilità femminile

Il rischio di infertilità nelle donne con ipotiroidismo manifesto è stato poco documentato. Tuttavia, molti studi trattano della prevalenza di ipotiroidismo in donne che si sono presentate in cliniche specializzate per l’infertilità. Un alterato metabolismo periferico degli estrogeni, l’iper-prolattinemia, i difetti dell’emostasi e le alterazioni della secrezione del GnRH con conseguente alterata pulsatilità del LH, sono alcune delle principali cause che spiegano l’alta frequenza di infertilità nelle donne ipotiroidee. Alcuni studi hanno determinato i livelli sierici di TSH in 704 donne infertili senza precedenti disturbi tiroidei. Il 2,3% aveva valori di TSH aumentati, sia con ipotiroidismo manifesto, sia con ipotiroidismo subclinico. La frequenza risultava sovrapponibile a quella osservata nella popolazione femminile generale in età riproduttiva; pertanto, è consigliabile sottoporre tutte le donne con disfunzione ovarica ad uno screening per la patologia tiroidea.

In altri studi è stata valutata retrospettivamente la prevalenza di ipotiroidismo in 299 donne con infertilità da diverse cause. In totale, il 4% aveva un TSH aumentato e il 3,3% aveva un ipotiroidismo manifesto. La durata media dell’infertilità risultava significativamente maggiore per le pazienti con anomalie tiroidee rispetto ai controlli. L’associazione tra ipotiroidismo subclinico e infertilità è stata valutata, altresì, in numerosi altri studi che riportano un più alto tasso di ipotiroidismo subclinico nelle donne infertili rispetto al gruppo delle donne fertili di controllo (13.9% vs. 3.9%). Le pazienti con insufficienza ovarica precoce, disturbi tubarici e disfunzione ovarica presentano un più alto tasso di ipotiroidismo subclinico rispetto ai controlli, in ragione del 40%, del 18% e del 15% rispettivamente.

Ipotiroidismo e infertilità maschile

La salute riproduttiva maschile è influenzata negativamente sia dalla tireotossicosi, sia dall’ipotiroidismo. Nello specifico, l’ipotiroidismo è associato ad anomalie della morfologia spermatica che possono normalizzarsi una volta ripristinata una condizione di eutiroidismo. Gli studi pre clinici hanno dimostrato che gli ormoni tiroidei possono concorrere alla regolazione della funzione sessuale maschile attraverso tre meccanismi: il controllo della secrezione di testosterone da parte delle cellule di Leydig; il controllo periferico sulla muscolatura liscia dei corpi cavernosi e il controllo periferico sulla muscolatura liscia delle vescichette seminali, delle ampolle deferenziali e della muscolatura periprostatica, modulando la funzione dei recettori adrenergici e l’attività simpatica.

Nell’ipotiroidismo primario si verifica una riduzione della proteina di trasporto degli ormoni sessuali ed in circa il 60% degli uomini con ipotiroidismo si osserva una riduzione delle concentrazioni di testosterone totale e libero. Altresì, nell’uomo, l’ipotiroidismo è associato ad una riduzione della libido ed impotenza.

L’effetto dell’ipotiroidismo sulla spermatogenesi è stato, altresì, valutato in uno studio che ha incluso 25 uomini con ipotiroidismo e 15 uomini normali. La valutazione è stata effettuata prima e dopo 6-9 mesi di trattamento con tiroxina. La conclusione è stata che l’ipotiroidismo influenza negativamente la spermatogenesi, con effetti negativi soprattutto sulla morfologia degli spermatozoi. Pertanto, uno screening della funzione tiroidea è fortemente raccomandato negli uomini che presentano un difetto di spermatogenesi. Comunque, nonostante i dati poco consistenti, la maggior parte delle evidenze supportano l’associazione tra alterazione della funzionalità tiroidea e l’aumentato rischio di infertilità. Infatti, se le disfunzioni tiroidee non vengono trattate possono essere causa di infertilità o sub-fertilità; quindi, nei soggetti con infertilità è ragionevole trattare la patologia tiroidea con l’obiettivo di normalizzarne la funzionalità.

Conclusioni. Tutte le evidenze rappresentate documentano, in sintesi, che la funzione tiroidea ha una notevole capacità di modulazione nella fertilità sia nell’uomo, sia nella donna e che rivolgendosi ad un pluri-specialista adeguatamente formato e preparato nello studio delle patologie funzionali delle ghiandole endocrine (quali tiroide e gonadi) e di quelle tipiche ginecologiche, si può raggiungere il miglior risultato necessario per correggere l’infertilità di coppia; quindi, l’intervento dell’endocrinologo-ginecologo risulta indispensabile.

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